18-12-2012 - Notizie

40° anniversario della legge 772

 


I

40° ANNIVERSARIO DELLA LEGGE 772

 

 

 

Venerdì 14 dicembre 2012 ha compiuto esattamente 40 anni la legge 772, che riconosce l’obiezione di coscienza come possibilità alternativa al servizio militare per chiunque si professi contrario all’uso personale delle armi.

Questa è stata l’occasione che vari enti di rilievo nel panorama trentino hanno colto per ricordare la storia dell’obiezione di coscienza e la genesi del Servizio Civile, ma anche per ragionare sul presente e sul futuro di un’esperienza che segna come hanno evidenziato i molti intervenuti.

Vincenzo Calì, docente di storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Trento, ha ricostruito il complesso quadro storico intorno al 1972 ai fini di contestualizzare al meglio la legge 772 e di comprenderne la forza innovatrice. Ha inoltre citato la figura di don Milani , sacerdote socialmente impegnato nell’istruzione dei meno abbienti e nella difesa dell’obiezione di coscienza; con il suo motto, “L’obbedienza non è più una virtù”, e con il suo esempio di vita è riuscito a lanciare un messaggio estremamente significativo, che rimane ancora oggi attuale.

E’ intervenuto anche Michele Dossi, docente presso il Liceo scientifico Da Vinci, ricordando la propria esperienza avvenuta trenta anni fa. Il professore ha evidenziato come l’obiezione di coscienza sia molto cambiata negli anni, come lo sono le motivazioni che spingono i giovani a valutarla; tuttavia il rifiuto di ogni forma di violenza a favore di altre soluzione rimane una costante nel tempo.

Claudia Seppi, in rappresentanza dei giovani che svolgono il Servizio Civile volontario, ha sottolineato l’evoluzione del senso della partecipazione al Servizio Civile che pur non essendo strettamente connesso all’obiezione di coscienza, si basa sulla responsabilità civica e nei confronti della collettività: oggi i giovani hanno un senso di appartenenza alla patria molto diverso da quaranta anni fa, si sentono cittadini di un villaggio globale, pur senza perdere le proprie radici. Inoltre il S.C. viene considerato come un’opportunità formativa che funge da ponte tra il mondo dello studio e quello del lavoro, nell’ottica di acquisizione  di una progressiva autonomia.

Anche Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia per la Famiglia e le Politiche giovanili P.A.T., ha evidenziato il ruolo rilevante del S.C. come occasione di crescita, umana e formativa. Si è poi soffermato sulla necessità di creare un sistema di opportunità per i giovani, affinché possano diventare indipendenti prima possibile, non solo da un punto di vista economico.

Roberto Calzà, direttore della Caritas diocesana di Trento, ha messo in evidenza come sia mutato il terreno culturale e valoriale che spinge un cittadino a scegliere il S.C. e pone in luce la necessità di  un impegno attivo da parte dei ragazzi per migliorare il quadro generale.

Dario Fortin, di VSI, ha invece sottolineato l’importanza di poter offrire una scelta ai ragazzi di oggi; dall’introduzione della 772, passando per la sospensione della leva obbligatoria, avvenuta nel 2001, fino ad oggi,  il S.C. ha mutato alcuni dei suoi aspetti caratterizzanti e si presenta come una possibilità concreta di avvalorare il proprio percorso.

Federico Zappini, del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, ha messo in luce lo sforzo dei giovani nel rivolgersi alle istituzioni, tentativo che presenta spesso difficoltà interlocutorie; auspica quindi che si trovi presto un canale comunicativo più agevole tra le parti.

In conclusione Sara Guelmi, direttore dell’Ufficio S.C. della Provincia autonoma di Trento ha rappresentato come i giovani che si avvicinano al Servizio Civile lo fanno con le più diverse motivazioni personali, ma che comprendendone i valori e lo spirito, oltre che le origini, ne restano  profondamente coinvolti tanto che l’esperienza del Servizio Civile diventa passaggio epocale all’età adulta, con il carico di consapevolezza e di responsabilità propria di un cittadino attivo e solidale.

Come emerge dai diversi interventi, questo incontro è stato denso di spunti di riflessione. Non si è trattato infatti di una semplice celebrazione riguardante un anniversario importante, ma ha voluto essere motivo di dialogo trasversale, tra enti e generazioni, ai fini di comprendere le peculiarità in origine dell’obiezione di coscienza e l’evoluzione attraverso il servizio civile.

Anche il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è in linea con i contenuti principali appena espressi: evidenzia infatti come la legge 772 abbia permesso di affinare un modello di partecipazione tra i giovani, fino ad arrivare al Servizio Civile, risorsa del Paese, in piena linea con i principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà.

Scritto da Ufficio Esserci | Articolo postato il 18-12-2012

    

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